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10 buone idee per una gestione virtuosa della sanità in Italia

Per mantenere la qualità del nostro servizio sanitario pubblico, che nel suo complesso resta ottimo poiché si basa sul principio della garanzia delle cure a tutti e su un’assistenza generalmente di alto livello, è necessario intervenire con azioni che guardino a un futuro di lungo termine in cui si dovrà far fronte a nuove situazioni e problemi diversi da quelli che affrontiamo oggi.

 

1.Chiusura dei piccoli ospedali e collaborazione tra le grandi strutture

Chiudere tutti gli ospedali con meno di cento posti letto, iniziando da quelli sprovvisti di un servizio attivo 24/24 di anestesia e rianimazione. I piccoli ospedali, spesso costosissimi, non sono preparati per fare fronte alle emergenze e per questo motivo non sono sicuri per i pazienti. Andrebbero sostituiti con una rete di soccorso stradale e di elisoccorso che risponda con interventi efficaci e rapidi. Inoltre, serve concentrare le competenze ultraspecialistiche nei grandi ospedali e realizzare tra questi una collaborazione che preveda turni per affrontare tutte le urgenze delle vaste aree metropolitane.

 

2.Medicina generale e medicina di gruppo

Incentivare la medicina di gruppo per i medici di medicina generale, con ambulatori tecnologicamente attrezzati, aperti dodici ore al giorno, sei giorni a settimana. I medici non sarebbero più solo dei prescrittori di ricette ma riacquisterebbero dignità professionale e tornerebbero a svolgere il ruolo centrale che meritano. I pazienti sarebbero più felici di essere assistiti in tempi rapidi e da un volto amico, piuttosto che essere abbandonati per ore su una sedia nella sala d'attesa di un Pronto Soccorso.

 

3.Accorpamento e chiusura dei reparti ospedalieri non necessari

Eliminare reparti ospedalieri inutili e “doppioni” spesso creati per affidare un incarico a un nuovo primario più che per reali esigenze organizzative. Vanno chiusi e accorpati quei reparti in cui l’attività è minima, come per esempio i centri trapianto che non eseguono almeno cinquanta interventi l’anno o le strutture di emodinamica non attive 24/24. L'infarto non colpisce solo dalle nove alle diciassette dal lunedì al venerdì, mentre queste strutture costano somme enormi anche di notte e nei week-end, quando sono chiuse.

 

4.Sanzioni per i ricoveri anticipati per gli interventi programmati

Sanzionare economicamente gli ospedali che ricoverano con anticipo i pazienti per gli interventi programmati. Ogni giorno di ricovero non necessario costa centinaia di euro delle tasse dei cittadini e in Italia, talvolta, il tempo passato inutilmente in ospedale prima di un intervento chirurgico programmato varia da 1 a 2 giorni.

 

5.Legge sull’attività libero-professionale

Applicare la legge sull’attività libero-professionale per ridurre le liste d’attesa e sollecitare i medici a eseguire nel privato un numero di visite non superiore a quelle che svolgono nel pubblico. Un ruolo centrale spetta agli amministratori degli ospedali che devono fornire spazi e supporto adeguati. Al tempo stesso serve proibire la fatturazione indipendente e separata, come avviene molto spesso oggi, e affidarla invece alla Asl.

 

6.Risparmio sui servizi che non hanno giustificazione terapeutica

Intervenire su servizi che non trovano giustificazione terapeutica reale, per esempio, rimborsando i parti cesarei con la stessa cifra dei vaginali (anche a costo di innalzare quest'ultima). Con questa misura diminuirebbe la percentuale di cesarei che oggi, in alcune Regioni Italiane, arrivano anche a superare il 50% del totale dei parti, pur in assenza di indicazioni cliniche. Al risparmio di risorse economiche si aggiungerebbe una maggiore qualità nell’assistenza al parto.

 

7.Agenzie Regionali per gli acquisti e gare per le assicurazioni

Sul versante costi serve istituire Agenzie Regionali per gli acquisti del materiale di consumo da utilizzare negli ospedali e nelle strutture accreditate con il Servizio Sanitario Nazionale. Tali Agenzie esistono in diverse aree geografiche ma dovrebbero avvalersi del supporto delle società scientifiche per la scelta del materiale migliore, scongiurando anche il rischio di influenze, o addirittura di accordi sottobanco, tra i produttori e chi ha il potere di spesa. Anche sul versante delle assicurazioni sarebbe utile istituire gare regionali. Le compagnie assicuratrici abbasserebbero i premi pur di essere competitive e non essere escluse dal mercato.

 

8.Adeguamento tecnologico per la comunicazione e il risparmio energetico

Sostenere l’adeguamento tecnologico della sanità dal punto di vista della comunicazione informatica, impiegando la telemedicina e il teleconsulto per i medici di famiglia in modo da rinforzare l’assistenza sul territorio, aumentare la sicurezza dei pazienti e ridurre spostamenti e costi. La tecnologia dovrebbe essere utilizzata anche per il risparmio energetico, rendendo obbligatorie per i grandi complessi ospedalieri l’utilizzo di centrali di co-generazione (energia elettrica e termica) e l’incentivazione dell’uso del fotovoltaico, dell’eolico e delle biomasse.

 

9.Controllo del costo e dell’efficacia dei farmaci innovativi

Contenere la crescita dei costi dei farmaci innovativi, con più rigore nell’autorizzazione all’entrata in commercio e monitorando l’efficacia delle nuove molecole. Alcuni studi affermano che il 70% dei farmaci cosiddetti innovativi non siano in realtà tali. Per esempio, per curare un’infezione comune come quella per lo stafilococco aureo, esistono terapie tradizionali basate su farmaci generici che costano meno di dieci euro per l’intero trattamento e altre che costano più di mille euro. Non può essere la novità a guidare la scelta dei medici ma l’efficacia del farmaco e l’indicazione clinica.

 

10.Prevezione

Rilanciare la medicina preventiva con lo scopo di limitare le malattie a elevato costo sociale (cardiovascolari, tumorali, metaboliche). Serve l’insegnamento, anche nelle scuole, degli stili di vita sani che contribuiscono a evitare di incorrere in malattie gravi, spesso croniche e gravemente invalidanti.

Ignazio Marino

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